8 Marzo. Giornata Internazionale della Donna. Forse uno
degli eventi più discussi di sempre. La giornata in cui si ricordano tutte le
conquiste sociali, politiche ed economiche della donna ma allo stesso tempo le
discriminazioni e le violenze (fisiche o psicologiche) di cui sono ancora
oggetto. Da dove nasce però tutto questo? Da dove nasce la voglia di voler
ricordare tutto questo e soprattutto perché proprio l’8 Marzo?
Dopo il VII Congresso della II Internazionale socialista (a cui parteciparono anche molti dirigenti marxisti del tempo tra cui Lenin, Martov, Jaurès e Clara Zetkin) si decise che i partiti socialisti si sarebbero impegnati il più possibile per garantire l’introduzione del suffragio universale delle donne. L’anno dopo, Corinne Brown presiedette la conferenza tenuta ogni domenica dal Partito socialista di Chicago nel Garrick Theater: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata “Woman’s Day”, il giorno della donna. Si discusse infatti dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne. Alla fine dell’anno il partito Socialista decise di riservare l’ultima domenica del Febbraio 1909 all’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto del voto femminile. Verso la fine dell'anno, il 22 novembre, si vide a New York iniziare un grande sciopero di ventimila camiciaie, che durò fino al 15 febbraio 1910. Il successivo 27 febbraio, domenica, alla Carnegie Hall, tremila donne celebrarono ancora il Woman's Day. In alcuni paesi europei la giornata della donna si tenne per la prima volta il 19 marzo 1911 su scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste. Secondo la testimonianza di Aleksandra Kollontaj, quella data fu scelta perché, in Germania, «il 19 marzo 1848, durante la rivoluzione, il re di Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di voto alle donne». In Francia fu celebrata il 18 Marzo dello stesso anno, mentre in Svezia si celebrò il 1° Maggio 1911 in concomitanza alla Giornata del Lavoro. La giornata non fu più celebrata tutti gli anni, né celebrata in tutti i paesi: in Russia fu celebrata solo nel 1913, dopo che fu interrotta però dalla polizia zarista con numerosi arresti.
Arriviamo però al punto. Le celebrazioni furono interrotte dalla prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo, l'8 marzo 1917 le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni che portarono al crollo dello zarismo ormai completamente screditato e privo anche dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della Rivoluzione russa di febbraio. Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell'apertura del III congresso dell’Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la «Giornata internazionale dell'operaia».
Sfortunatamente però vagano numerosi errori sulle origini di questa giornata. L’errore più grosso è rappresentato dalla grandissima bufala dell’incendio dell’8 Marzo 1908 in una fabbrica Cotton o Cottons a New York in cui morirono centinaia di operaie. E’ accaduto qualcosa di simile, ma è accaduto solo nel 25 Marzo 1911 quando la fabbrica Triangle prende fuoco e muoiono al suo interno numerose operaie e operai ebrei e italiani insieme a molti altri immigrati (123 donne e 23 uomini per la precisione). Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York. Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni settanta e gli ottanta abbiano dimostrato l'erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali.
Il 7 Marzo 2015, l’associazione “Donne Insieme – Sandra Crescimanno”, insieme al Circolo dei Lettori, ha tenuto presso l’I.I.S. Leonardo da Vinci un incontro per ricordare quest’evento e per educare gli alunni a conoscere ciò che da sempre accade alla sfera femminile. Donne Insieme si è occupata soprattutto di far capire come i rapporti vanno sempre più a sgretolarsi grazie all’avvento delle nuove tecnologie e soprattutto come aumentino anche le violenze tramite esse. Ormai si basa il proprio rapporto amoroso interamente su un cellulare. “Oddio, su Whatsapp non mi ha mandato quell’emoticon! Non mi ama più!” si sente dire a volte. E a volte si può anche sentire come risposta “Smettila di farti seghe mentali. Non smette di amarti solo per cose così banali”. Ormai questi elementi sono stati trasformarti nella vita quotidiana. Sotto molti aspetti non è una cosa negativa, ma sotto tutti gli altri sì. Lo è. Puoi avere su Facebook tutti gli amici che vuoi, ma in momenti duri o addirittura estremi ti troverai accanto solo gli amici più intimi che a volte conti appena nelle dita di una sola mano. Non sono queste le cose che ti portano ad essere una persona amata, una persona cercata. Non sono gli amici su Facebook, i Followers su Twitter, i contatti su Whatsapp ad essere tuoi veri amici. I veri amici sono quelli che ti stanno accanto sempre. A volte è vero, anch’io ho basato in passato i miei rapporti su un maledetto cellulare. Per carità, capita molto spesso che io chatti parecchio con le persone, soprattutto se sono persone che raramente vedo… Ma è una cosa mi da un fastidio immenso. Io voglio un contatto fisico puro con le persone. Un contatto fisico anche solo tra bocca e orecchio. Voglio poter ascoltare la voce pura di una persona, non la voce uscita da un messaggio vocale di Whatsapp. Non voglio che una persona mi inizi a stare antipatica se non fa emoticon; non voglio odiare una persona se non risponde più ai miei messaggi. Se proprio deve starmi antipatica, non deve salutarmi dopo numerosi “Ciao” da parte mia ma di persona. Li ho tutto il diritto di dire “Quella persona non vuole più saperne di me”. E’ capitato, non molto tempo fa, di dover dire una cosa importante a una persona e se c’è una cosa che non ho fatto è stata sicuramente dirla tramite cellulare ma di fronte ad un caldo caffè perché è così che si fa. Bisogna avere il coraggio di parlare faccia-a-faccia con le persone, bisogna avere il coraggio di guardare i loro occhi mentre si dicono cose, che siano esse cose negative o positive. Non bisogna mai farlo tramite un dispositivo elettronico. Bisogna far uscire il nostro lato coraggioso e farci valere.
Questo incontro non ha voluto incentrarsi sul lato vittima della donna. Basta. Piangere sul passato è inutile. Per carità, non è giusto dimenticarlo e infatti ciò non deve accadere, ma bisogna variare. Bisogna far capire che la donna, così come l’uomo, è capace di far tutto, al contrario di ciò che potrebbero pensare molti maschilisti. E su questo il Circolo dei Lettori è stato molto bravo. Le performance del Circolo dei Lettori sono iniziate con la recitazione di una poesia inedita, “Fantasticamente”, recitata dal bravissimo Jodie Vitali dopo le note del violinista Ismaele Aloi. Una poesia che mostra come una donna possa totalmente abbagliare la mente di un uomo, confonderlo e farlo innamorare pazzamente. A seguire è arrivata la lettura di un racconto, letto da Noemi Farina, Sharon Aloi e Salvatrice Barbarino. Un racconto, tratto dal libro “Chiamarlo amore non si può”, che parla di Bianca. Bianca, una ragazza piena di sogni, che si è quasi trovata sul punto di doverli abbandonare tutti solo per la gelosia e per l’egocentrismo del proprio ragazzo. Bianca però non l’ha fatto. Bianca ha preferito seguire il sogno di ballerina e lasciare quell’uomo che non faceva altro che volere il suo male. La morale di questo racconto è che non bisogna mai arrendersi, non bisogna mai inchinarsi a nessun altro, che sia uomo o donna. Bisogna sempre rincorrere ciò che si ama; mai bisogna lasciare la propria vita in mano ad un’altra persona. "Esiste una violenza sottile che non lascia lividi sul corpo ma profonde ferite nell’anima”. Dopo uno stacchetto musicale (“Libertango”, suonato da Aurora e Carmelina), arriva una forte imitazione di una donna che mai ha voluto inchinarsi di fronte a nessuno. Carlo Goldoni, nella sua principale opera “La Locandiera”, ha creato Mirandolina. Mirandolina è una donna che esprime forza, sensualità, furbizia e allo stesso tempo una sfrenata onestà. A seguire il monologo di Mirandolina, recitato dalla più che brava Marika Strazzeri:
«Uh, che mai ha detto! L'eccellentissimo signor Marchese Arsura mi sposerebbe? Eppure, se mi volesse sposare, vi sarebbe una piccola difficoltà. Io non lo vorrei. Mi piace l'arrosto, e del fumo non so che farne. Se avessi sposato tutti quelli che hanno detto volermi, oh, avrei pure tanti mariti! Quanti arrivano a questa locanda, tutti di me s'innamorano, tutti mi fanno i cascamorti; e tanti e tanti mi esibiscono di sposarmi a dirittura. E questo signor Cavaliere, rustico come un orso, mi tratta sì bruscamente? Questi è il primo forestiere capitato alla mia locanda, il quale non abbia avuto piacere di trattare con me. Non dico che tutti in un salto s'abbiano a innamorare: ma disprezzarmi così? è una cosa che mi muove la bile terribilmente. É nemico delle donne? Non le può vedere? Povero pazzo! Non avrà ancora trovato quella che sappia fare. Ma la troverà. La troverà. E chi sa che non l'abbia trovata? Con questi per l'appunto mi ci metto di picca. Quei che mi corrono dietro, presto presto mi annoiano. La nobiltà non fa per me. La ricchezza la stimo e non la stimo. Tutto il mio piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa è la mia debolezza. E questa è la debolezza di quasi tutte le donne. A maritarmi non ci penso nemmeno; non ho bisogno di nessuno; vivo onestamente, e godo la mia libertà. Tratto con tutti, ma non m'innamoro mai di nessuno. Voglio burlarmi di tante caricature di amanti spasimati; e voglio usar tutta l'arte per vincere, abbattere e conquassare quei cuori barbari e duri che son nemici di noi, che siamo la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura»
Inutile dirlo: è d’impatto. Subito dopo, Francesca Campanella legge un brano tratto da “La Guerra dei nostri nonni”. Un libro di Frank Cazzullo che narra alcune storie sulla Prima Guerra Mondiale. Racconto che parla di una spia donna. Non continuo con la storia per non rovinare la sorpresa per chi magari vuole leggere il libro. Subito dopo viene recitata un’altra poesia inedita, “Il Giorno Dopo”, da Eduardo Balbo che però va a sovrapporsi a “Fantasticamente”. Mentre “Fantasticamente” parla di un uomo innamorato che è appena stato ricambiato dalla sua amata, “Il Giorno Dopo” parla di un uomo che è stato appena lasciato dalla sua amata e non riesce ancora a rassegnarsi.
Il messaggio è sottinteso: la donna è capace. La donna è intelligente, la donna è furba, la donna è forte. Questo è il messaggio dell’incontro del 7 Marzo 2015.
E ricordate: nelle nostre differenze, siamo tutti uguali.
Sito ufficiale di "Donne Insieme - Sandra Crescimanno": http://www.associazionedonneinsieme.it/index.php
A seguire una Gallery con le immagini dell’evento.
Dopo il VII Congresso della II Internazionale socialista (a cui parteciparono anche molti dirigenti marxisti del tempo tra cui Lenin, Martov, Jaurès e Clara Zetkin) si decise che i partiti socialisti si sarebbero impegnati il più possibile per garantire l’introduzione del suffragio universale delle donne. L’anno dopo, Corinne Brown presiedette la conferenza tenuta ogni domenica dal Partito socialista di Chicago nel Garrick Theater: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata “Woman’s Day”, il giorno della donna. Si discusse infatti dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne. Alla fine dell’anno il partito Socialista decise di riservare l’ultima domenica del Febbraio 1909 all’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto del voto femminile. Verso la fine dell'anno, il 22 novembre, si vide a New York iniziare un grande sciopero di ventimila camiciaie, che durò fino al 15 febbraio 1910. Il successivo 27 febbraio, domenica, alla Carnegie Hall, tremila donne celebrarono ancora il Woman's Day. In alcuni paesi europei la giornata della donna si tenne per la prima volta il 19 marzo 1911 su scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste. Secondo la testimonianza di Aleksandra Kollontaj, quella data fu scelta perché, in Germania, «il 19 marzo 1848, durante la rivoluzione, il re di Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di voto alle donne». In Francia fu celebrata il 18 Marzo dello stesso anno, mentre in Svezia si celebrò il 1° Maggio 1911 in concomitanza alla Giornata del Lavoro. La giornata non fu più celebrata tutti gli anni, né celebrata in tutti i paesi: in Russia fu celebrata solo nel 1913, dopo che fu interrotta però dalla polizia zarista con numerosi arresti.
Arriviamo però al punto. Le celebrazioni furono interrotte dalla prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo, l'8 marzo 1917 le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni che portarono al crollo dello zarismo ormai completamente screditato e privo anche dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della Rivoluzione russa di febbraio. Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell'apertura del III congresso dell’Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la «Giornata internazionale dell'operaia».
Sfortunatamente però vagano numerosi errori sulle origini di questa giornata. L’errore più grosso è rappresentato dalla grandissima bufala dell’incendio dell’8 Marzo 1908 in una fabbrica Cotton o Cottons a New York in cui morirono centinaia di operaie. E’ accaduto qualcosa di simile, ma è accaduto solo nel 25 Marzo 1911 quando la fabbrica Triangle prende fuoco e muoiono al suo interno numerose operaie e operai ebrei e italiani insieme a molti altri immigrati (123 donne e 23 uomini per la precisione). Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York. Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni settanta e gli ottanta abbiano dimostrato l'erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali.
Il 7 Marzo 2015, l’associazione “Donne Insieme – Sandra Crescimanno”, insieme al Circolo dei Lettori, ha tenuto presso l’I.I.S. Leonardo da Vinci un incontro per ricordare quest’evento e per educare gli alunni a conoscere ciò che da sempre accade alla sfera femminile. Donne Insieme si è occupata soprattutto di far capire come i rapporti vanno sempre più a sgretolarsi grazie all’avvento delle nuove tecnologie e soprattutto come aumentino anche le violenze tramite esse. Ormai si basa il proprio rapporto amoroso interamente su un cellulare. “Oddio, su Whatsapp non mi ha mandato quell’emoticon! Non mi ama più!” si sente dire a volte. E a volte si può anche sentire come risposta “Smettila di farti seghe mentali. Non smette di amarti solo per cose così banali”. Ormai questi elementi sono stati trasformarti nella vita quotidiana. Sotto molti aspetti non è una cosa negativa, ma sotto tutti gli altri sì. Lo è. Puoi avere su Facebook tutti gli amici che vuoi, ma in momenti duri o addirittura estremi ti troverai accanto solo gli amici più intimi che a volte conti appena nelle dita di una sola mano. Non sono queste le cose che ti portano ad essere una persona amata, una persona cercata. Non sono gli amici su Facebook, i Followers su Twitter, i contatti su Whatsapp ad essere tuoi veri amici. I veri amici sono quelli che ti stanno accanto sempre. A volte è vero, anch’io ho basato in passato i miei rapporti su un maledetto cellulare. Per carità, capita molto spesso che io chatti parecchio con le persone, soprattutto se sono persone che raramente vedo… Ma è una cosa mi da un fastidio immenso. Io voglio un contatto fisico puro con le persone. Un contatto fisico anche solo tra bocca e orecchio. Voglio poter ascoltare la voce pura di una persona, non la voce uscita da un messaggio vocale di Whatsapp. Non voglio che una persona mi inizi a stare antipatica se non fa emoticon; non voglio odiare una persona se non risponde più ai miei messaggi. Se proprio deve starmi antipatica, non deve salutarmi dopo numerosi “Ciao” da parte mia ma di persona. Li ho tutto il diritto di dire “Quella persona non vuole più saperne di me”. E’ capitato, non molto tempo fa, di dover dire una cosa importante a una persona e se c’è una cosa che non ho fatto è stata sicuramente dirla tramite cellulare ma di fronte ad un caldo caffè perché è così che si fa. Bisogna avere il coraggio di parlare faccia-a-faccia con le persone, bisogna avere il coraggio di guardare i loro occhi mentre si dicono cose, che siano esse cose negative o positive. Non bisogna mai farlo tramite un dispositivo elettronico. Bisogna far uscire il nostro lato coraggioso e farci valere.
Questo incontro non ha voluto incentrarsi sul lato vittima della donna. Basta. Piangere sul passato è inutile. Per carità, non è giusto dimenticarlo e infatti ciò non deve accadere, ma bisogna variare. Bisogna far capire che la donna, così come l’uomo, è capace di far tutto, al contrario di ciò che potrebbero pensare molti maschilisti. E su questo il Circolo dei Lettori è stato molto bravo. Le performance del Circolo dei Lettori sono iniziate con la recitazione di una poesia inedita, “Fantasticamente”, recitata dal bravissimo Jodie Vitali dopo le note del violinista Ismaele Aloi. Una poesia che mostra come una donna possa totalmente abbagliare la mente di un uomo, confonderlo e farlo innamorare pazzamente. A seguire è arrivata la lettura di un racconto, letto da Noemi Farina, Sharon Aloi e Salvatrice Barbarino. Un racconto, tratto dal libro “Chiamarlo amore non si può”, che parla di Bianca. Bianca, una ragazza piena di sogni, che si è quasi trovata sul punto di doverli abbandonare tutti solo per la gelosia e per l’egocentrismo del proprio ragazzo. Bianca però non l’ha fatto. Bianca ha preferito seguire il sogno di ballerina e lasciare quell’uomo che non faceva altro che volere il suo male. La morale di questo racconto è che non bisogna mai arrendersi, non bisogna mai inchinarsi a nessun altro, che sia uomo o donna. Bisogna sempre rincorrere ciò che si ama; mai bisogna lasciare la propria vita in mano ad un’altra persona. "Esiste una violenza sottile che non lascia lividi sul corpo ma profonde ferite nell’anima”. Dopo uno stacchetto musicale (“Libertango”, suonato da Aurora e Carmelina), arriva una forte imitazione di una donna che mai ha voluto inchinarsi di fronte a nessuno. Carlo Goldoni, nella sua principale opera “La Locandiera”, ha creato Mirandolina. Mirandolina è una donna che esprime forza, sensualità, furbizia e allo stesso tempo una sfrenata onestà. A seguire il monologo di Mirandolina, recitato dalla più che brava Marika Strazzeri:
«Uh, che mai ha detto! L'eccellentissimo signor Marchese Arsura mi sposerebbe? Eppure, se mi volesse sposare, vi sarebbe una piccola difficoltà. Io non lo vorrei. Mi piace l'arrosto, e del fumo non so che farne. Se avessi sposato tutti quelli che hanno detto volermi, oh, avrei pure tanti mariti! Quanti arrivano a questa locanda, tutti di me s'innamorano, tutti mi fanno i cascamorti; e tanti e tanti mi esibiscono di sposarmi a dirittura. E questo signor Cavaliere, rustico come un orso, mi tratta sì bruscamente? Questi è il primo forestiere capitato alla mia locanda, il quale non abbia avuto piacere di trattare con me. Non dico che tutti in un salto s'abbiano a innamorare: ma disprezzarmi così? è una cosa che mi muove la bile terribilmente. É nemico delle donne? Non le può vedere? Povero pazzo! Non avrà ancora trovato quella che sappia fare. Ma la troverà. La troverà. E chi sa che non l'abbia trovata? Con questi per l'appunto mi ci metto di picca. Quei che mi corrono dietro, presto presto mi annoiano. La nobiltà non fa per me. La ricchezza la stimo e non la stimo. Tutto il mio piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa è la mia debolezza. E questa è la debolezza di quasi tutte le donne. A maritarmi non ci penso nemmeno; non ho bisogno di nessuno; vivo onestamente, e godo la mia libertà. Tratto con tutti, ma non m'innamoro mai di nessuno. Voglio burlarmi di tante caricature di amanti spasimati; e voglio usar tutta l'arte per vincere, abbattere e conquassare quei cuori barbari e duri che son nemici di noi, che siamo la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura»
Inutile dirlo: è d’impatto. Subito dopo, Francesca Campanella legge un brano tratto da “La Guerra dei nostri nonni”. Un libro di Frank Cazzullo che narra alcune storie sulla Prima Guerra Mondiale. Racconto che parla di una spia donna. Non continuo con la storia per non rovinare la sorpresa per chi magari vuole leggere il libro. Subito dopo viene recitata un’altra poesia inedita, “Il Giorno Dopo”, da Eduardo Balbo che però va a sovrapporsi a “Fantasticamente”. Mentre “Fantasticamente” parla di un uomo innamorato che è appena stato ricambiato dalla sua amata, “Il Giorno Dopo” parla di un uomo che è stato appena lasciato dalla sua amata e non riesce ancora a rassegnarsi.
Il messaggio è sottinteso: la donna è capace. La donna è intelligente, la donna è furba, la donna è forte. Questo è il messaggio dell’incontro del 7 Marzo 2015.
E ricordate: nelle nostre differenze, siamo tutti uguali.
Sito ufficiale di "Donne Insieme - Sandra Crescimanno": http://www.associazionedonneinsieme.it/index.php
A seguire una Gallery con le immagini dell’evento.
L'anno 2013-2014 è ormai al termine. E' già passato un anno. Un anno pieno di felicità, delusioni, ecc... Ma anche quest'anno il Circolo dei Lettori è tornato per urlare. Ha urlato tantissimo (soprattutto Melissa Abate, una delle nostre carissime cantanti) ed è riuscito a far urlare tutti gli altri. Molti talenti sono usciti allo scoperto tra ballo, musica e recitazione. Molti talenti che, uniti, sono riusciti a mettere al mondo la II° edizione della Festa del Libro "Salvar la Paz". Il Circolo dei Lettori quest'anno è rinato. Purtroppo l'anno precedente è stato decimato dal diploma (il 90% erano dei maturandi), lasciandoci purtroppo prematuramente. Ma siamo riusciti a rigenerarlo alla grande!
La Biblioteca Scolastica si è riaperta a tutti. Si è riaperta ad artisti emergenti alla ricerca di un modo per liberare ciò che avevano dentro. Artisti con talenti strepitosi, capaci persino di far scendere delle lacrime agli spettatori (come ad esempio "Invictus" recitata da Francesco Esposito e Filippo Minolfi o "Le Temps des Fleurs" cantata da Melissa Abate e suonata dai Soul Essence - formata dagli strepitosi musicisti Simone Blanco "Evan Park" alla chitarra, Giacomo Piffero al basso ed Ismaele Aloi al violino). Le porte si sono riaperte ancora per accogliere la Pace, appunto il tema della festa di quest'anno. Esperienza indimenticabile. E spero sia così anche per i ragazzi "esterni" (essendo Giacomo Piffero e Simone Blanco di un altro istituto... Il Circolo si è esteso molto a quanto pare!). Non sono mancate prove pazze, prove serie, prove assolutamente esilaranti. Non sono mancate nuove amicizie e tante tante tante risate, accompagnate ovviamente da molto sudore.
Bisogna però ringraziare moltissime persone che hanno fatto in modo da rendere di nuovo realizzabile questo progetto:
- Professore Zappalà, uno dei membri più anziani del Circolo dei Lettori;
- Professoressa Marino, idem per lei. La nostra carissima prof che si è occupata della parte tecnica e della recitazione;
- stessa identica cosa per la Professoressa Angela Stella Ferraro, che ha dato un'enorme mano insieme al Professore Zappalà, e del resto tutti gli altri, con gli spettacoli teatrali e soprattutto gestendo il Circolo dei Lettori per quello che è: un Circolo di LETTORI;
- Professoressa Enza Novello, la "nuova arrivata" di quest'anno che si è integrata alla grande (nonostante anche l'anno scorso abbia dato una mano con le ballerine) regolando canto e ballo in pochissimo tempo, mettendo in atto un lavoro con i fiocchi;
- Professoressa Lucia Zagardo, che ha aiutato moltissimo le ballerine con i balletti;
- la Preside Marinella Adamo, la quale ha permesso il tutto ed aiutato in una maniera strabiliante.
- tutti quei poveri ragazzi trascinati dagli artisti che provavano, ma che, male che vada, sono riusciti ad aiutare o almeno a tener compagnia o a simulare un pubblico "attivo". (Parlo di Mauro, Danilo, Maria Concetta Barbarino - tra l'altro una delle fondatrici del Circolo dell'anno precedente che si è impegnata a venire, che sia per nostalgia o per noia, ed ad aiutare moltissimo con la recitazione sia sua sorella Salvatrice che tutto il resto degli attori, integrandosi perfettamente di nuovo nel gruppo-, Floriana, Daniele "Zappa", Alessandro Patti, Elisa, Marianivia, Rossana, Noemi, Lucio e qualcun altro che sicuramente avrò dimenticato).
Il successo, anche se non molto vasto, della Festa del Libro dell'anno scorso ha portato il Circolo dei Lettori ad ottenere partecipanti ed aiuti dai "piani alti". Una cosa davvero grandiosa, sperando che il prossimo anno possa ancora aumentare, senza però perdere lo spirito del Lettore per cui è nato questo gruppo.
Che dire, i libri anche quest'anno hanno urlato, cantato e ballato... Che libri allegri! E che rimangano così per sempre!
Una buona notizia comunque per chi si è perso la festa. E' probabile l'arrivo di una replica di dimensioni più grandi. Per ulteriori informazioni... Keep in touch!
La Biblioteca Scolastica si è riaperta a tutti. Si è riaperta ad artisti emergenti alla ricerca di un modo per liberare ciò che avevano dentro. Artisti con talenti strepitosi, capaci persino di far scendere delle lacrime agli spettatori (come ad esempio "Invictus" recitata da Francesco Esposito e Filippo Minolfi o "Le Temps des Fleurs" cantata da Melissa Abate e suonata dai Soul Essence - formata dagli strepitosi musicisti Simone Blanco "Evan Park" alla chitarra, Giacomo Piffero al basso ed Ismaele Aloi al violino). Le porte si sono riaperte ancora per accogliere la Pace, appunto il tema della festa di quest'anno. Esperienza indimenticabile. E spero sia così anche per i ragazzi "esterni" (essendo Giacomo Piffero e Simone Blanco di un altro istituto... Il Circolo si è esteso molto a quanto pare!). Non sono mancate prove pazze, prove serie, prove assolutamente esilaranti. Non sono mancate nuove amicizie e tante tante tante risate, accompagnate ovviamente da molto sudore.
Bisogna però ringraziare moltissime persone che hanno fatto in modo da rendere di nuovo realizzabile questo progetto:
- Professore Zappalà, uno dei membri più anziani del Circolo dei Lettori;
- Professoressa Marino, idem per lei. La nostra carissima prof che si è occupata della parte tecnica e della recitazione;
- stessa identica cosa per la Professoressa Angela Stella Ferraro, che ha dato un'enorme mano insieme al Professore Zappalà, e del resto tutti gli altri, con gli spettacoli teatrali e soprattutto gestendo il Circolo dei Lettori per quello che è: un Circolo di LETTORI;
- Professoressa Enza Novello, la "nuova arrivata" di quest'anno che si è integrata alla grande (nonostante anche l'anno scorso abbia dato una mano con le ballerine) regolando canto e ballo in pochissimo tempo, mettendo in atto un lavoro con i fiocchi;
- Professoressa Lucia Zagardo, che ha aiutato moltissimo le ballerine con i balletti;
- la Preside Marinella Adamo, la quale ha permesso il tutto ed aiutato in una maniera strabiliante.
- tutti quei poveri ragazzi trascinati dagli artisti che provavano, ma che, male che vada, sono riusciti ad aiutare o almeno a tener compagnia o a simulare un pubblico "attivo". (Parlo di Mauro, Danilo, Maria Concetta Barbarino - tra l'altro una delle fondatrici del Circolo dell'anno precedente che si è impegnata a venire, che sia per nostalgia o per noia, ed ad aiutare moltissimo con la recitazione sia sua sorella Salvatrice che tutto il resto degli attori, integrandosi perfettamente di nuovo nel gruppo-, Floriana, Daniele "Zappa", Alessandro Patti, Elisa, Marianivia, Rossana, Noemi, Lucio e qualcun altro che sicuramente avrò dimenticato).
Il successo, anche se non molto vasto, della Festa del Libro dell'anno scorso ha portato il Circolo dei Lettori ad ottenere partecipanti ed aiuti dai "piani alti". Una cosa davvero grandiosa, sperando che il prossimo anno possa ancora aumentare, senza però perdere lo spirito del Lettore per cui è nato questo gruppo.
Che dire, i libri anche quest'anno hanno urlato, cantato e ballato... Che libri allegri! E che rimangano così per sempre!
Una buona notizia comunque per chi si è perso la festa. E' probabile l'arrivo di una replica di dimensioni più grandi. Per ulteriori informazioni... Keep in touch!
Di solito, durante una presentazione, si conosce lo scrittore del romanzo... Ma qui non abbiamo la scrittrice di questo romanzo. I protagonisti di molti libri, la maggior parte delle volte inventati (nonostante siano ispirati a storie vere), non possiamo vederli ne toccarli, possiamo solo leggerli. Lo scrittore parla della crescita del suo personaggio, delle sue azioni, della sua vita. Ma oggi abbiamo la fortuna di parlare direttamente col personaggio principale. Oggi, 28 Aprile 2014, si è tenuto presso l’Auditorium dell’I.I.S. “Leonardo da Vinci” l’incontro con la scrittrice protagonista di una particolare storia scritta da Laura Boldrini: Murayo Torregrossa.
«SOMALIA. 1994. Murayo, una bambina gravemente malata, viene lasciata in un ospedale militare italiano per essere curata. Il padre va a visitarla una volta e poi sparisce. La piccola diventa la mascotte dell’accampamento fino al momento del ritiro del contingente. Ma il militare che avrebbe dovuto accompagnarla all’orfanotrofio di Mogadiscio non se la sente di abbandonarla, le vuole bene e decide di portarla con sé. Murayo arriva in Sicilia e diventa il centro di una nuova famiglia. E’ convinta di aver perso tutti i suoi cari e la Somalia resta per lei solo un lontano ricordo. Fino a quando, quattordici anni dopo, una puntata della trasmissione Chi l’ha visto? Rimescola di nuovo le carte e accade quello che nessuno avrebbe mai immaginato: Murayo riconosce suo padre in un campo di rifugiati in Kenya.
Solo le montagne non si incontrano mai è l’incredibile storia di una ragazza che intraprende il viaggio più importante della vita per ritrovare la sua famiglia. Una vicenda segnata da situazioni imprevedibili e coincidenze fatali che travolgono anche tutte le persone a lei vicine. L’aiuta in questa impresa una donna determinata come Laura Boldrini, da anni impegnata nella difesa dei diritti dei rifugiati, che racconta con grande coinvolgimento come una perdita può trasformarsi in una conquista. Perché oggi Murayo non è più divisa tra due padri ma unita a tutti e due». Questa era la sinossi del romanzo “Solo le montagne non si incontrano mai – Storia di Murayo e dei suoi due padri”. Non andrò oltre per evitare spoiler sul libro.
L’incontro, presentato da Marika Cianciolo, che già ha parlato tramite microfono durante l’incontro con Annamaria Piccione, ed Eduardo Balbo, ha presentato questa ragazza a dir poco simpatica e solare. Una storia molto intricata la sua, ma che nel futuro si snoda lentamente unendosi in un punto solo. Quasi come due fili. Ma un passato del genere e l’immigrazione in Italia non sono riusciti a demotivarla dal vivere una vita spensierata. Di fatti Murayo, tra l’altro scrittrice di poesie, sta ora studiando per ottenere la sua seconda Laurea. Ha un sogno molto particolare: sogna di lavorare insieme all'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, in sigla FAO. La FAO lavora al servizio dei suoi paesi membri per ridurre la fame cronica e sviluppare in tutto il mondo i settori dell'alimentazione e dell’agricoltura. In poche parole, vuole aiutare chi non è stato fortunato come lei.
Un libro che consigliamo davvero a tutti. Un libro in grado di emozionare e commuovere il lettore grazie alla descrizione reale di un amore incondizionato verso la famiglia.
Per chi volesse acquistare online il libro può recarsi al seguente indirizzo: http://www.amazon.it/montagne-incontrano-Storia-Murayo-padri/dp/8817063649
Qui in basso la galleria con le foto dell'incontro:
«SOMALIA. 1994. Murayo, una bambina gravemente malata, viene lasciata in un ospedale militare italiano per essere curata. Il padre va a visitarla una volta e poi sparisce. La piccola diventa la mascotte dell’accampamento fino al momento del ritiro del contingente. Ma il militare che avrebbe dovuto accompagnarla all’orfanotrofio di Mogadiscio non se la sente di abbandonarla, le vuole bene e decide di portarla con sé. Murayo arriva in Sicilia e diventa il centro di una nuova famiglia. E’ convinta di aver perso tutti i suoi cari e la Somalia resta per lei solo un lontano ricordo. Fino a quando, quattordici anni dopo, una puntata della trasmissione Chi l’ha visto? Rimescola di nuovo le carte e accade quello che nessuno avrebbe mai immaginato: Murayo riconosce suo padre in un campo di rifugiati in Kenya.
Solo le montagne non si incontrano mai è l’incredibile storia di una ragazza che intraprende il viaggio più importante della vita per ritrovare la sua famiglia. Una vicenda segnata da situazioni imprevedibili e coincidenze fatali che travolgono anche tutte le persone a lei vicine. L’aiuta in questa impresa una donna determinata come Laura Boldrini, da anni impegnata nella difesa dei diritti dei rifugiati, che racconta con grande coinvolgimento come una perdita può trasformarsi in una conquista. Perché oggi Murayo non è più divisa tra due padri ma unita a tutti e due». Questa era la sinossi del romanzo “Solo le montagne non si incontrano mai – Storia di Murayo e dei suoi due padri”. Non andrò oltre per evitare spoiler sul libro.
L’incontro, presentato da Marika Cianciolo, che già ha parlato tramite microfono durante l’incontro con Annamaria Piccione, ed Eduardo Balbo, ha presentato questa ragazza a dir poco simpatica e solare. Una storia molto intricata la sua, ma che nel futuro si snoda lentamente unendosi in un punto solo. Quasi come due fili. Ma un passato del genere e l’immigrazione in Italia non sono riusciti a demotivarla dal vivere una vita spensierata. Di fatti Murayo, tra l’altro scrittrice di poesie, sta ora studiando per ottenere la sua seconda Laurea. Ha un sogno molto particolare: sogna di lavorare insieme all'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, in sigla FAO. La FAO lavora al servizio dei suoi paesi membri per ridurre la fame cronica e sviluppare in tutto il mondo i settori dell'alimentazione e dell’agricoltura. In poche parole, vuole aiutare chi non è stato fortunato come lei.
Un libro che consigliamo davvero a tutti. Un libro in grado di emozionare e commuovere il lettore grazie alla descrizione reale di un amore incondizionato verso la famiglia.
Per chi volesse acquistare online il libro può recarsi al seguente indirizzo: http://www.amazon.it/montagne-incontrano-Storia-Murayo-padri/dp/8817063649
Qui in basso la galleria con le foto dell'incontro:
Non è una scrittrice per adulti. Non è una scrittrice per ragazzi. Non è una scrittrice per bambini. È una scrittrice per tutti. Tutti devono ricevere il suo messaggio: chiamarlo amore non si può. "È più di un libro, è un messaggio!" dice Marika Cianciolo, organizzatrice dell'incontro con la scrittrice (anzi "cantastorie", da come si definisce lei con molta umiltà) Annamaria Piccione, insieme a tutti gli altri ragazzi. La sua gioia di una giornata (per la sua felicità la Lazio aveva vinto la Coppa...e si, è una tifosa sfegatata) è svanita dopo l'arrivo di una notizia alla radio: Fabiana, trucidata e bruciata viva dall'ex-ragazzo. Quella notizia l'ha portata al chiamare in raccolta, l'indomani mattina, tante scrittrici. Un suo libro non avrebbe mai funzionato, perciò ha preso una decisione sfruttando il solito motto che sembra senza significato ma non lo è: tutti per uno, uno per tutti. Unendo le forze si può fare tutto, e ne stiamo avendo la conferma. "La peculiarità di questo libro è che è scritto per ragazzi. I ragazzi sono soggetti da maneggiare con cura. Ci sono tantissimi libri che sono nati per la violenza di genere, ma la peculiarità di questo è che è scritto per voi. Non c'è nulla di più scorretto del suggestionare un bambino" dice Annamaria. Nel suo libro, la scena di violenza c'è, ma non si vede (come nel teatro greco e, ironia della sorte, la scrittrice è di Siracusa). "La parola 'femminicidio': qualcosa di odioso. Perché nasce? In spagnolo si dice 'Feminicidio' e in una zona del Brasile molte donne sono sparite. In spagnolo "donna" si dice "dueña", ma in italiano lo abbiamo tradotto come Femminicidio, omicidio di femmina. Ma perché usare femmina? Perché non donna? Chiamiamolo donnicidio, evitando femmina, sostantivo che si può cogliere come dispregiativo". Solo nel neolitico poteva ancora dirsi che solo l'uomo aveva la forza. Ma è stato fatto qualche passo avanti? C'è un proverbio russo meraviglioso: se perdi tra un cattivo marito ed un gatto, hai ragione a piangere un gatto. E parla ancora del silenzio. Esiste il silenzio positivo, la lettura, ecc... ed il silenzio negativo, meglio noto come omertà. Quando si apre questo libro, sembra sentire le voci di quelle donne. Donne che urlano, che piangono, che si arrabbiano, che pregano. Si chiude il libro ed il silenzio ritorna. Non è più un silenzio colpevole, ma un silenzio ristoratore, della quiete, del dopo amore. Perché questo libro è stato fatto con tanto amore. "Perché ti piacciono tanto i gatti?" chiedono. "Mi sono trovata nel tunnel sbagliato una mattina. Ma i miei gatti erano li a chiedermi 'ma che fai?' ed io pensavo 'perché non sono come voi?', perché se io dovessi scegliere tra l'essere un gatto o uno scarafaggio...sceglierei il gatto". La donna deve usare la voce, deve chiedere aiuto. Non bisogna temere mai, bisogna sempre parlarne. Parlatene anche con un amico se necessario. NON CI SI SALVA DA SOLI. E ad accompagnare il tema in questione, ci sta un brano suonato da due alunni violinisti. La conferenza continua. Vengono letti dei brani del libro, uno più forte dell'altro. Quelli sono solo racconti, anche se veri... ma le donne muoiono sul serio. E non sono solo loro le vittime, ma anche i bambini. E cosa potrà diventare mai quel bambino che vede la propria madre uccisa dal padre? Un altro intermezzo nella conferenza, la colonna sonora di Twilight, suonata al pianoforte da un altro alunno. Prende la parola il professore Pietro Zappalà e si complimenta con la scrittrice: i suoi alunni, a cui leggeva alcuni brani di quel libro, sembravano assumere quel messaggio. "C'era un'attenzione paradisiaca e non volevano che smettessi. Suonava la campana? Volevano che io continuassi. E grazie, finalmente magari i ragazzi riescono finalmente a cogliere questo messaggio. In tutte le classi ha portato la consapevolezza. E finalmente magari è possibile rigenerare la cultura, rigenerando cosi l'umanità". E come candelina sulla torta, arriva una domanda per Marika: "come mai hai deciso di portare questo libro?"."Un giorno ero a casa e navigavo su internet. Ho letto di questo libro ed incuriosita mi sono informata su di esso. Al giorno d'oggi se ne sentono di tutti i colori e ci sono più donne morte che altro. Mi sono infatti informata per riuscire a portarlo in questa scuola. E chiariamoci, anche perché potrebbe essere argomento di Prima Prova d'esame!" dice la ragazza, concludendo così l'incontro tra applausi e complimenti per la "cantastorie" che, magari, potrebbe finalmente, tramite la sua opera con ovviamente la collaborazione delle sue 22 colleghe, far cambiare una volta per tutte la mentalità dei ragazzi. L'altra persona non dev'essere toccata, che sia donna o persona omosessuale, a meno che non le si voglia dare una carezza. Non bisogna attaccare, bisogna aiutare. "Chiamarlo amore non si può". Un libro, ma che detta lezioni di vita. Lezioni da ascoltare e cogliere a braccia aperte.
Per chi volesse acquistare online il libro può recarsi al seguente indirizzo: http://www.casaeditricemammeonline.it/libri/chiamarlo-amore-non-si-puo
Qui in basso la galleria con le foto dell'incontro:
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"Diritti imprescrittibili del lettore"
di Daniel Pennac (dal libro “Come un romanzo”)
1. Il diritto di non leggere.
Naturalmente, “non leggere” non significa “non leggere mai“, o non si sarebbe più lettori… ma una qualche pausa dovremo pur prendercela, no?
2. Il diritto di saltare le pagine.
È il libro che deve essere al servizio del lettore, non il contrario, perciò se il suddetto libro è noioso in alcuni punti, il lettore deve avere tutto il diritto di saltarli.
3. Il diritto di non finire il libro.
Proprio non capisco coloro che finiscono a ogni costo tutti i libri che iniziano: perché sprecare tempo a leggere un libro che non piace, quando potremmo impiegare lo stesso tempo a leggerne uno migliore?
4. Il diritto di rileggere.
Odio quelli che, vedendomi rileggere un libro, dicono: «Ma non l’hai già letto? Perché non ne leggi uno nuovo?» Lo so io perché non ne leggo uno nuovo, tranquillo.
5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa.
Detesto anche coloro che criticano le scelte altrui, o che addirittura costringono a leggere un determinato libro. Ti va di leggere Guerra e Pace? Oppure Tre metri sopra il cielo? Ottimo, liberissimo di farlo.
6. Il diritto al bovarismo* (malattia testualmente contagiosa).
Assolutamente legittimo, oltre che liberatorio, scegliere di leggere un libro per estraniarsi dalla realtà, per vivere in un mondo migliore. In mancanza di meglio, un buon libro aiuta sempre.
7. Il diritto di leggere ovunque.
Questo è il diritto che reclamo di più, ma che spesso mi viene negato: cosa c’è di male nel leggere sulla corriera, in attesa all’ufficio postale o dal medico, sulla brandina mezza sfondata che sta in terrazzo, a testa in giù in posizione yoga oppure… lì-dove-so-io?
8. Il diritto di spizzicare.
Altro diritto indispensabile, ma che certe case editrici hanno pensato bene di rendere impossibile incartando i loro libri con la pellicola protettiva, in modo che non vi si possa sbirciare dentro prima di acquistare… Per fortuna, però, ci sono gli estratti scaricabili gratuitamente.
9. Il diritto di leggere ad alta voce.
Questo è più un dovere che un diritto: il diritto dovrebbe essere “avere sempre qualcuno disposto a leggere a voce alta”. In ogni caso, non c’è niente di meglio che leggere un libro a qualcun altro o sentirselo leggere… è magico, in una parola.
10. Il diritto di tacere.
Sante parole. Perché mai dovrebbero importare le famose “impressioni” su di un libro letto? Svelarle è come rompere l’intimità che si è creata tra libro e lettore, assolutamente da non fare.
* Il termine Bovarismo deriva dal celebre romanzo dello scrittore francese Gustave Flaubert: Madame Bovary, la quale, sempre insoddisfatta di tutto ciò che la circonda, non farà mai nulla per rimediare a questa sua situazione. Il termine "bovarismo" è diventato con il tempo anche un aggettivo dato a persone che hanno queste peculiari caratteristiche.
ANCHE NOI ABBIAMO UNA BIBLIOTECA!
Ragazzi, anche quest'anno si avvicina! Eh, son passate le vacanze, è iniziata la scuola, dobbiamo tornare a studiare: son tipiche frasi spesso pronunciate dagli studenti, dai più piccoli ai più grandi, non che non abbiano ragione! Purtroppo gli studenti riescono a volte a vedere solo il lato negativo della scuola, non riuscendo a scorgerne mai il lato positivo. Ebbene, onestamente io ho già iniziato a vederne il lato positivo, così come ormai anche molte altre persone sono riuscite a percepirlo, nonostante sia parecchie volte contrastato dal negativo. Ehi, ma che diavolo sono questi discorsi così filosofici (riesco ora a percepire un'orda di filosofi trapassati che urlano "Non osare chiamarlo discorso filosofico!"...)? Ehi, Aristotele, Hegel, calmatevi! Bene, i lati positivi sono mille. Quasi tutti gli studenti trovano uno sfogo nella scuola e devo dire che in questa scuola ce ne sono, anche se spesso rimangono ignoti, celati nell'ombra creata dai pregiudizi fondati nei confronti dell'istruzione. C'è chi fa il Trinity con rispettivi viaggi d'istruzione, o altri corsi linguistici; c'è chi fa il corso per acquisire la patente europea del computer o i vari "PON" (Programmi Operativi Nazionali). Eppure, nelle viscere della scuola, nel lato più profondo del corridoio alla sinistra dell'entrata, c'è una bellissima aula, che viene spesso trascurata anche in altre scuole. Esatto, parlo proprio della biblioteca! Inizio proprio a sentire gli sbuffi provenienti da molti studenti, inizio a sentire "Ehi, ma chi se ne frega della biblioteca?", sento persino qualche risatina ironica. Oh beh, la biblioteca è spesso un posto tremendamente frainteso, intravisto come un posto triste, freddo, secco. Di certo non è un posto in cui accamparsi (per chi sia riuscito ad illudersi di poterlo fare, no, non credo che possiate farlo! ...Anche se non credo sia così male... ), ma non credo che prendere in prestito un misero libro in grado di accrescere la propria cultura sia un reato in grado di far tagliare le mani al povero lettore. Oh no, anzi, è totalmente l'opposto! Bene, fortunatamente molte persone riescono a far scaturire la propria passione per la scrittura e la lettura, anche se quelle persone tengono quella passione celata. Ecco, dove vanno quelle persone per riuscire ad aumentare la propria passione? In biblioteca! Nell'anno 2012-2013 meno di una decina di alunni sono riusciti a costruire un legame che continuando a stringersi ha dato vita ad un nuovo "sfogo", un nuovo posto in cui parlare, ridere, scherzare: il Circolo dei Lettori! Oh, il Circolo dei Lettori... Sentito così sembra qualcosa di terribilmente noioso... Vi sbagliate allora! Certo, potrebbe capitare qualche conversazione riguardo il senso della vita (?) o altre cose, ma credo proprio che il Circolo non sia solo quello. Qualunque persona, bambino, adolescente, adulto, anziano, vede a volte il libro come un simbolo di noia, come qualcosa di obbligatorio... Non è così: un libro è scelta, un libro è sapere, un libro è divertimento, un libro è vita. Ci si può immergere in un libro, non ci si può immergere totalmente in un IPhone 5. Un libro insegna, un IPhone 5 insegna a scaricare i giochi dallo store. Un libro diverte, non come diverte un meccanismo multimediale, certo, ma a modo suo diverte anche di più, se siamo in grado di cogliere quella forma di divertimento che il libro tende a trasmetterci. E ora, perché evitare di cercare di buttarsi in un mondo creato da un libro? Fidatevi, è una buonissima terapia per i brutti momenti proprio come per quelli nuovi! Credo di aver allungato un po il brodo, torniamo al punto. Hanno creato il Circolo dei Lettori e hanno arruolato parecchia gente (detto così appare come una gilda rivoluzionaria, chiedo venia), tra cui ovviamente me e grazie a quella gente siamo ora qui, ad attendere una nuova opportunità grazie al Circolo. Ma alla fine il Circolo non è costituito da una stanza, delle sedie poste a cerchio (come è solito usare) e dei libri in mano... Oh no, assolutamente no! Faccio un piccolo esempio: noi abbiamo intenzione di creare una pagnotta di pane e abbiamo i tipici ingredienti (farina, acqua, lievito, sale e terze parti); se nella preparazione noi inserissimo solo farina, acqua e il resto, evitando il lievito, cosa esce fuori? Del pane azzimo, del pane secco, fine. Ecco, ora immaginiamo il Circolo. Noi inseriamo in una stanza delle sedie, dei ragazzi buttati come sacchi di patate, dei libri in mano ad ognuno di essi ed infine facciamoli parlare. Manca ovviamente qualcosa: l'amicizia, il divertimento. Il Circolo dei Lettori non può funzionare come una cosa che dev'essere obbligatoria, seccante, fredda e noiosa. Oh no, il Circolo dev'essere quell'insieme di persone che hanno voglia di sapere, hanno voglia di ridere, di giocherellare tra loro. Ecco, noi, insieme, siamo riusciti a creare un posto caldo, accogliente e dire divertente è davvero poco e ne abbiamo avuto la conferma con la Festa del Libro. La I° Edizione della Festa del Libro è stato un evento che ha avuto luogo nell'Auditorium della nostra scuola il 24 Maggio. Siamo riusciti ad unire tutte le note del Circolo in un'unica melodia vivace ed orecchiabile, che almeno da quel che abbiamo capito non ha lasciato l'amaro in bocca a nessuno. Siamo riusciti ad ottenere una perfetta sincronia tra di noi, nonostante la fatica ad organizzare il tutto, riuscendo a creare una giornata in grado di divertire chiunque. Canzoni, balletti, poesie, addirittura una piccola recita. Siamo riusciti ad ottenere tutto questo solo unendo le nostre forze diventando un corpo unico: abbiamo unito mani, piedi, teste e tutto il resto il corpo. Siamo diventati un corpo solo. Una cosa mi turba alquanto: il fatto che la biblioteca è diventata, anche se non di molto, conosciuta grazie a quella festa. Questo testimonia che allora dovrebbe esserci un Circolo dei Lettori in ogni scuola, o mi sbaglio? Magari ora noi saremo in grado di riuscire a far rimuovere l'enorme telo polveroso che copre la biblioteca scolastica. Anche lei merita di essere illuminata, proprio come ogni singolo luogo presente in questa scuola. Quindi per farlo dobbiamo unire tutte le nostre forze per riuscire a compiere questo formidabile passo. Se avete delle passioni per la scrittura o per la lettura, se avete voglia di entrare in un'altra famiglia, se volete ridere, scherzare, divertirvi, non esitate a venire. Entrate nel Circolo dei Lettori. E ricordate: ANCHE NOI ABBIAMO UNA BIBLIOTECA!
Ragazzi, anche quest'anno si avvicina! Eh, son passate le vacanze, è iniziata la scuola, dobbiamo tornare a studiare: son tipiche frasi spesso pronunciate dagli studenti, dai più piccoli ai più grandi, non che non abbiano ragione! Purtroppo gli studenti riescono a volte a vedere solo il lato negativo della scuola, non riuscendo a scorgerne mai il lato positivo. Ebbene, onestamente io ho già iniziato a vederne il lato positivo, così come ormai anche molte altre persone sono riuscite a percepirlo, nonostante sia parecchie volte contrastato dal negativo. Ehi, ma che diavolo sono questi discorsi così filosofici (riesco ora a percepire un'orda di filosofi trapassati che urlano "Non osare chiamarlo discorso filosofico!"...)? Ehi, Aristotele, Hegel, calmatevi! Bene, i lati positivi sono mille. Quasi tutti gli studenti trovano uno sfogo nella scuola e devo dire che in questa scuola ce ne sono, anche se spesso rimangono ignoti, celati nell'ombra creata dai pregiudizi fondati nei confronti dell'istruzione. C'è chi fa il Trinity con rispettivi viaggi d'istruzione, o altri corsi linguistici; c'è chi fa il corso per acquisire la patente europea del computer o i vari "PON" (Programmi Operativi Nazionali). Eppure, nelle viscere della scuola, nel lato più profondo del corridoio alla sinistra dell'entrata, c'è una bellissima aula, che viene spesso trascurata anche in altre scuole. Esatto, parlo proprio della biblioteca! Inizio proprio a sentire gli sbuffi provenienti da molti studenti, inizio a sentire "Ehi, ma chi se ne frega della biblioteca?", sento persino qualche risatina ironica. Oh beh, la biblioteca è spesso un posto tremendamente frainteso, intravisto come un posto triste, freddo, secco. Di certo non è un posto in cui accamparsi (per chi sia riuscito ad illudersi di poterlo fare, no, non credo che possiate farlo! ...Anche se non credo sia così male... ), ma non credo che prendere in prestito un misero libro in grado di accrescere la propria cultura sia un reato in grado di far tagliare le mani al povero lettore. Oh no, anzi, è totalmente l'opposto! Bene, fortunatamente molte persone riescono a far scaturire la propria passione per la scrittura e la lettura, anche se quelle persone tengono quella passione celata. Ecco, dove vanno quelle persone per riuscire ad aumentare la propria passione? In biblioteca! Nell'anno 2012-2013 meno di una decina di alunni sono riusciti a costruire un legame che continuando a stringersi ha dato vita ad un nuovo "sfogo", un nuovo posto in cui parlare, ridere, scherzare: il Circolo dei Lettori! Oh, il Circolo dei Lettori... Sentito così sembra qualcosa di terribilmente noioso... Vi sbagliate allora! Certo, potrebbe capitare qualche conversazione riguardo il senso della vita (?) o altre cose, ma credo proprio che il Circolo non sia solo quello. Qualunque persona, bambino, adolescente, adulto, anziano, vede a volte il libro come un simbolo di noia, come qualcosa di obbligatorio... Non è così: un libro è scelta, un libro è sapere, un libro è divertimento, un libro è vita. Ci si può immergere in un libro, non ci si può immergere totalmente in un IPhone 5. Un libro insegna, un IPhone 5 insegna a scaricare i giochi dallo store. Un libro diverte, non come diverte un meccanismo multimediale, certo, ma a modo suo diverte anche di più, se siamo in grado di cogliere quella forma di divertimento che il libro tende a trasmetterci. E ora, perché evitare di cercare di buttarsi in un mondo creato da un libro? Fidatevi, è una buonissima terapia per i brutti momenti proprio come per quelli nuovi! Credo di aver allungato un po il brodo, torniamo al punto. Hanno creato il Circolo dei Lettori e hanno arruolato parecchia gente (detto così appare come una gilda rivoluzionaria, chiedo venia), tra cui ovviamente me e grazie a quella gente siamo ora qui, ad attendere una nuova opportunità grazie al Circolo. Ma alla fine il Circolo non è costituito da una stanza, delle sedie poste a cerchio (come è solito usare) e dei libri in mano... Oh no, assolutamente no! Faccio un piccolo esempio: noi abbiamo intenzione di creare una pagnotta di pane e abbiamo i tipici ingredienti (farina, acqua, lievito, sale e terze parti); se nella preparazione noi inserissimo solo farina, acqua e il resto, evitando il lievito, cosa esce fuori? Del pane azzimo, del pane secco, fine. Ecco, ora immaginiamo il Circolo. Noi inseriamo in una stanza delle sedie, dei ragazzi buttati come sacchi di patate, dei libri in mano ad ognuno di essi ed infine facciamoli parlare. Manca ovviamente qualcosa: l'amicizia, il divertimento. Il Circolo dei Lettori non può funzionare come una cosa che dev'essere obbligatoria, seccante, fredda e noiosa. Oh no, il Circolo dev'essere quell'insieme di persone che hanno voglia di sapere, hanno voglia di ridere, di giocherellare tra loro. Ecco, noi, insieme, siamo riusciti a creare un posto caldo, accogliente e dire divertente è davvero poco e ne abbiamo avuto la conferma con la Festa del Libro. La I° Edizione della Festa del Libro è stato un evento che ha avuto luogo nell'Auditorium della nostra scuola il 24 Maggio. Siamo riusciti ad unire tutte le note del Circolo in un'unica melodia vivace ed orecchiabile, che almeno da quel che abbiamo capito non ha lasciato l'amaro in bocca a nessuno. Siamo riusciti ad ottenere una perfetta sincronia tra di noi, nonostante la fatica ad organizzare il tutto, riuscendo a creare una giornata in grado di divertire chiunque. Canzoni, balletti, poesie, addirittura una piccola recita. Siamo riusciti ad ottenere tutto questo solo unendo le nostre forze diventando un corpo unico: abbiamo unito mani, piedi, teste e tutto il resto il corpo. Siamo diventati un corpo solo. Una cosa mi turba alquanto: il fatto che la biblioteca è diventata, anche se non di molto, conosciuta grazie a quella festa. Questo testimonia che allora dovrebbe esserci un Circolo dei Lettori in ogni scuola, o mi sbaglio? Magari ora noi saremo in grado di riuscire a far rimuovere l'enorme telo polveroso che copre la biblioteca scolastica. Anche lei merita di essere illuminata, proprio come ogni singolo luogo presente in questa scuola. Quindi per farlo dobbiamo unire tutte le nostre forze per riuscire a compiere questo formidabile passo. Se avete delle passioni per la scrittura o per la lettura, se avete voglia di entrare in un'altra famiglia, se volete ridere, scherzare, divertirvi, non esitate a venire. Entrate nel Circolo dei Lettori. E ricordate: ANCHE NOI ABBIAMO UNA BIBLIOTECA!